Frasi di Tiziano Terzani

Ormai mi incuriosisce di più morire. Mi rincresce solo che non potrò scriverne.

Ci sono giorni nella vita in cui non succede niente, giorni che passano senza nulla da ricordare, senza lasciare una traccia, quasi non fossero vissuti. A pensarci bene, i più sono giorni così, e solo quando il numero di quelli che ci restano si fa chiaramente più limitato, capita di chiedersi come sia stato possibile lasciarne passare, distrattamente, tantissimi. Ma siamo fatti così: solo dopo si apprezza il prima e solo quando qualcosa è nel passato ci si rende meglio conto di come sarebbe averlo nel presente. Ma non c’è più.

Una strada c’è nella vita. La cosa buffa è che te ne accorgi solo quando è finita. Ti volti indietro e dici "oh, guarda, c’è un filo". Quando vivi non lo vedi il filo, eppure c’è. Perchè tutte le decisioni che prendi, tutte le scelte che fai sono determinate, si crede, dal libero arbitrio, ma anche questa è una balla. Sono determinate da qualcosa dentro di te che è innanzitutto il tuo istinto, e poi da qualcosa che gli indiani chiamano il karma accumulato fino ad allora.

Questo mondo è una meraviglia. Non c’è niente da fare, è una meraviglia. E se riesci a sentirti parte di questa meraviglia â?? ma non tu, con i tuoi due occhi e i tuoi due piedi; se Tu, questa essenza di te, sente d’essere parte di questa meraviglia â?? ma che vuoi di più, che vuoi di più? Una macchina nuova?

No, non c’è futuro. Il futuro è una scatola vuota in cui metti tutte le tue illusioni.

La vera comprensione è quella che va al di là  della ragione e che si fonda sull’istinto, sul cuore.

La regola secondo me è: quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. è più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c’è più speranza. è difficile, è un altro modo di vedere le cose, è una sfida, ti tiene all’erta.

L’inizio è la mia fine e la fine è il mio inizio. Perchè sono sempre più convinto che è un’illusione tipicamente occidentale che il tempo è diritto e che si va avanti, che c’è progresso. Non c’è. Il tempo non è direzionale, non va avanti, sempre avanti. Si ripete, gira intorno a sè. Il tempo è circolare. Lo vedi anche nei fatti, nella banalità  dei fatti, nelle guerre che si ripetono.

Il coraggio è il superamento della paura.

Ho sempre sentito che avevo delle responsabilità . Quel senso del dovere, poi, che avevo sempre addosso, quel senso che, insomma, era giusto fare certe cose o non farle. Ma non ero io… era che non c’era niente di più importante nella mia vita, non c’era niente di più grande, sai… sono uno che non ha mai fatto compromessi. Non ne ho avuto forse un grande bisogno, ma avevo una ripulsione per i compromessi e se questa la vuoi chiamare moralità , sì.

Ho fatto questo mio mestiere proprio come una missione religiosa, se vuoi, non cedendo a trappole facili. La più facile, te ne volevo parlare da tempo, è il Potere. Perchè il potere corrompe, il potere ti fagocita, il potere ti tira dentro di sè! Capisci? Se ti metti accanto a un candidato alla presidenza in una campagna elettorale, se vai a cena con lui e parli con lui diventi un suo scagnozzo, no? Un suo operatore. Non mi è mai piaciuto. Il mio istinto è sempre stato di starne lontano. Proprio starne lontano, mentre oggi vedo tanti giovani che godono, che fioriscono all’idea di essere vicini al Potere, di dare del "tu" al Potere, di andarci a letto col Potere, di andarci a cena col Potere, per trarne lustro, gloria, informazioni magari. Io questo non lo ho mai fatto. Lo puoi chiamare anche una forma di moralità . Ho sempre avuto questo senso di orgoglio che io al potere gli stavo di faccia, lo guardavo, e lo mandavo a fanculo. Aprivo la porta, ci mettevo il piede, entravo dentro, ma quando ero nella sua stanza, invece di compiacerlo controllavo che cosa non andava, facevo le domande. Questo è il giornalismo.

E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell’aria. Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami. Ci si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio.

Che cos’è che ci fa così spavento della morte? Quello che ci fa paura, che ci congela davanti a quel momento è l’idea che scomparirà  in quell’attimo tutto quello a cui noi siamo tanto attaccati. Prima di tutto il corpo. Del corpo ne abbiamo fatto un’ossessione.

A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perchè sono anche delle condizioni.

Che gioia, figlio mio. Ho sessantasei anni e questo grande viaggio della mia vita è arrivato alla fine. Sono al capolinea. Ma ci sono senza alcuna tristezza, anzi, quasi con un po’ di divertimento.

Quando la religione diventa un grande potere all’interno dello Stato, lo Stato di per sè perde potere sui suoi cittadini.

La Storia non esiste. Il passato è solo uno strumento del presente e come tale è raccontato e semplificato per servire gli interessi di oggi.

Come spesso capita con le più belle avventure della vita, anche questo viaggio cominciò per caso.

Oggi l’economia è fatta per costringere tanta gente a lavorare a ritmi spaventosi per produrre delle cose perlopiù inutili, che altri lavorano a ritmi spaventosi, per poter comprare, perchè questo è ciò che da soldi alle società  multinazionali, alle grandi aziende, ma non dà  felicità  alla gente.

L’unico vero maestro non è in nessuna foresta, in nessuna capanna, in nessuna caverna di ghiaccio dell’Himalaya… E’ dentro di noi!

L’altro giorno la Mamma mi ha chiesto «Se qualcuno telefonasse e ci dicesse d’aver scoperto una pillola che ti farebbe campare altri dieci anni, la prenderesti?» E io istintivamente ho risposto «No!» Perchè non la vorrei, perchè non vorrei vivere altri dieci anni. Per rifare tutto quello che ho già  fatto? Sono stato nell’Himalaya, mi sono preparato a salpare per il grande oceano di pace e non vedo perchè ora dovrei rimettermi su una barchetta a pescare, a far la vela. Non mi interessa.

Trovo che vi sia una bella parola in italiano che è molto più calzante della parola felice, ed è contento, accontentarsi: uno che si accontenta è un uomo felice.

Guarda la natura da questo prato, guardala bene e ascoltala. Là , il cuculo; negli alberi tanti uccellini â?? chi sa chi sono? â?? coi loro gridi e il loro pigolio, i grilli nell’erba, il vento che passa tra le foglie. Un grande concerto che vive di vita sua, completamente indifferente, distaccato da quel che mi succede, dalla morte che aspetto. Le formicole continuano a camminare, gli uccelli cantano al loro dio, il vento soffia.

La mia vita è stata un giro di giostra, sono stato incredibilmente fortunato e sono cambiato tantissimo.

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