Negli anni dominati dalle sperimentazioni cubiste e delle avanguardie, Monet sceglie le ninfee, “perdutamente teso verso la realizzazione dell’impossibile”, come scrisse il politico francese e suo amico Georges Clemencau. È dedicata alla lunga stagione trascorsa da Monet a Giverny la mostra che si apre oggi a Palazzo Reale a Milano.
Una rassegna vede 20 grandi tele dell’artista provenienti dal Museo Marmottan di Parigi, dipinte tra il 1887 e il 1923 quando la costruzione del giardino di Giverny, con i salici piangenti, le ninfee, i ponti giapponesi, i fiori di ciliegio e gli iris trova pieno corrispettivo nella tavolozza multicolore di Monet.
E le immagini del giardino di Giverny si possono confrontare con una serie di fotografie ottocentesche di giardini giapponesi. Non senza percepirne la familiarità con la tradizione giapponese dell’ukiyo-e, rappresentata da 56 stampe di Hokusai e Hiroshige, prestate dal Museo Guimet di Parigi ed esposte a rotazione per ragioni conservative
(Monet. Il tempo delle ninfee. Palazzo Reale – orario: lunedì 14.30/19.30, martedì-domenica 9.30/19.30, giovedì 9.30/22.30. Dal 30 aprile al 27 settembre).
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