Negramaro tour a primavera all’estero

I Negramaro sono pronti a varcare i confini dell’Italia in modo originale. Dopo concerti sold out, fan incalliti e l’onore di fare da headliner al concerto della notte di Capodanno a Roma, i Negramaro son al top in Italia ed il loro frontman, quel Giuliano Sangiorgi dalla voce incredibile, si gode il momento pensando di portare la sua band all’estero.

Nel suo cuore e in quello degli altri componenti del gruppo salentino, però, c’è un pizzico d’amarezza che lo stesso Giuliano rivela subito nell’intervista rilasciata per il nuovo numero della rivista “L’Uomo Vogue”: "Vorrei spendere una parola per quello che è successo ai tecnici di Jovanotti. Sapere della morte di quel ragazzo è stato doloroso e ci ha lasciato straniti. È che siamo davvero legati a tutti coloro che lavorano dietro al palco, sono vitali per il nostro mestiere. Io personalmente sono rimasto stupito dalla professionalità delle persone che sono lì per trasformare lo stage in una seconda casa, per farti trovare quello che vuoi proprio dove lo vuoi”.

A proposito di palchi e tecnici, che Giuliano Sangiorgi ringrazia per il lavoro svolto durante l’ultimo tour dei Negramaro, è impossibile non parlare del concetto che si nasconde dietro l’ultimo album “Casa 69”, titolo ispirato dal casolare nel parmense dove vivono e lavorano il cantante e gli altri componenti della band: Emanuele “Lele” Spedicato, Ermanno Carlà, Danilo Tasco, Andrea “Andro” Mariano e Andrea “Pupillo” De Rocco.

Ma che influenza ha la convivenza sulla creatività? “Fortissima, davvero. C’è una parte della casa in cui diciamo che confluiscono le ‘creatività’ di ognuno di noi, le influenze che sviluppiamo nei ‘piccoli laboratori musicali individuali’. Se ti metti in quel punto della casa puoi sentire quale sarà il nuovo disco dei Negramaro: sembra uno scherzo, ma non lo è”.

Il salento e l’Italia tutta sono nel cuore dei Negramaro che, con le registrazioni dell’album “La finestra” del 2007, hanno però scoperto il fascino dell’estero, più precisamente di New York. Doveroso allora, fare un pensierino al mercato internazionale, magari sulla scia di Tiziano Ferro e Laura Pausini.

“Stiamo lavorando per portare la nostra musica oltre confine, rivela Giuliano. Ma vorremmo che fosse un nuovo inizio: non arrivare come artisti italiani famosi, bensì ripercorrere una ‘nuova carriera’ in paesi come la Francia e la Germania”.

Esistono artisti, italiani ed internazionali, ai quali Giuliano si ispira? “Adoro Terrence Malick, la sua cosmogonia. E poi Terry Gilliam e in generale i registi visionari. Apprezzo Garrone e Sorrentino ma seguo anche i lavori di giovani registi del panorama underground italiano”.

Più forte dell’amore di Giuliano Sangiorgi per il cinema c’è solo quello per la musica e per i fan, ai quali rivela: “Il tour 2011 è stato così bello, le richieste così tante, che ritorneremo on the road ad aprile e maggio”.

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