La Festa della Donna è giorno di celebrazione per le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, è festività internazionale nei paesi del mondo occidentale, e curiosamente l’origine della festività, seppur recente, è controverso.
C’è chi parla del 1910, con la proposta della femminista Rosa Luxemburg, nel corso della II Conferenza dell’Internazionale socialista di Copenhagen, di dedicare un giorno alle donne.
Ma l’ipotesi non trova molto credito. Sembra più probabile che la data indiziata sia il 23 febbraio 1917 (per il calendario giuliano di Giulio Cesare, l’8 marzo per quello “nostro” gregoriano da papa Gregorio XIII), quando a San Pietroburgo un grande corteo di madri, mogli e figlie delle migliaia di soldati impegnati nella prima guerra mondiale, manifestarono in corteo per chiedere il ritorno a casa dei loro uomini.
Ma mondo occidentale non piaceva l’idea di legare a un fatto russo una giornata simbolo della rivendicazione della dignità femminile, per questo, si pensò bene di eludere il richiamo alla Rivoluzione Russa, spostando i natali della Festa della Donna negli Stati Uniti, legandola a un fatto verosimile, ma forse non reale del movimento operaio d’oltreoceano.
Si diffuse così la versione che nel 1908 a New York, alcuni giorni prima dell’8 marzo, le operaie dell’industria tessile Cotton iniziarono a scioperare per protestare contro le condizioni in cui erano costrette a lavorare.
Lo sciopero proseguì per diversi giorni finché l’8 marzo appunto Mr. Johnson, il proprietario della fabbrica, bloccò tutte le vie d’uscita dello stabilimento, al quale poi venne appiccato il fuoco. Le 129 operaie prigioniere all’interno furono arse vive.
Un’altra ipotesi parla di un incendio avvenuto nel 1911, sempre a New York, nella Triangle Shirtwaist Company. L’incendio fu accidentale, ma le scarse condizioni di sicurezza del luogo di lavoro contribuirono comunque al disastro.
Le vittime furono oltre 140, non tutte donne.
Questo triste accadimento, ha dato il via negli anni immediatamente successivi ad una serie di celebrazioni che i primi tempi erano circoscritte agli Stati Uniti e avevano come unico scopo il ricordo della orribile fine fatta dalle operaie morte nel rogo della fabbrica.
Successivamente, con il diffondersi e il moltiplicarsi delle iniziative, che vedevano come protagoniste le rivendicazioni femminili in merito al lavoro e alla condizione sociale, la data dell’8 marzo assunse un’importanza mondiale, diventando, grazie alle associazioni femministe, il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli, ma anche il punto di partenza per il proprio riscatto.
Per celebrare la festa della donna, bisogna comportarsi come gli uomini?
Ora…non sentitevi in colpa se organizzate con le amiche una cena con annessa serata danzante, (la mia è già li che mi aspetta….) ma piuttosto ricordatevi durante la giornata di appuntare la vostra mimosa al petto, di unirvi e discutere i nuovi diritti che ancora mancano e voltate gli occhi verso quelle donne che ancora non hanno ottenuto diritti che noi diamo per scontati.
L’8 marzo pare purtroppo essere diventato una festa superata, col suo simbolo giallo che da decenni è il riconoscimento collettivo delle difficoltà, delle lotte e delle conquiste delle donne.
Oggi, anzi da un po’ di anni, le donne si sentono superiori a queste cose e la mimosa non usa più tanto, o meglio, è l’unica cosa rimasta di una festa considerata quale semplice occasione di ritrovo per le amiche e scusante per andare a lustrarsi gli occhi sui muscoli guizzanti di aitanti ballerini e spogliarellisti.
Crediamo di avere ottenuto tutti i diritti? Crediamo di non avere più richieste per le questioni lavorative, per la maternità o per l’aborto? Non penso sia così, forse ci illudiamo, ma c’è sempre qualcosa per cui lottare.
Ci sono i nostri diritti di donne ma ci sono anche altri diritti per cui lottare, come i diritti dei bambini e delle loro madri o le questioni civili in Paesi dove povertà e guerra regnano sovrane. L’8 marzo dovrebbe essere ancora una giornata di lotta e soprattutto una festa per ricordare quei diritti che oggi troppo spesso diamo per scontati, ma per i quali altre donne, prima di noi, hanno lottato….
Per queste ragioni l’8 marzo deve essere celebrato: per non dimenticare le lotte combattute dalle nostre antenate e denunciarei più attuali problemi e le ingiustizie che ogni giorno sono subite dalle donne di tutto il mondo.
Il dualismo di questa festa è la cosa che oggi dovremmo celebrare, continuando ogni giorno a lottare per noi e per gli altri e festeggiando per non minimizzare i diritti ottenuti e le vittorie conquistate.
[tags]Festa della Donna, Vita, Tempo, Tradizioni, Mimosa[/tags]
Bel post, proprio un bel post. Bello come hai trattato l’8 marzo.