Parlarne…

Ciao papà… Dai che faccio il caffè….

Lo so che fa male parlarne. Ma so anche che ti fa bene.

Lo so che ne hai bisogno. E dopo venerdì ne hai ancora più bisogno. Ma io sono qui.

E metto via tutto…. Faccio spazio. Ci sono. Non so come. Ma ci sono. Esami, Tac. Prelievi, Risonanze. Valori. Corsie. Ci sono dentro cazzo. Dall’altra parte di quel cazzo di letto. Giornate. Telefonate. Esiti. Con le unghie mamma. Respiro. Ce la faccio.

E’ sempre più difficile imparare a vivere un vuoto profondo che si è aperto all’improvviso come una voragine nel petto….

Non basta semplicemente voltare pagina.

Non basta ripetere che la vita continua e che non serve a nulla piangere.

Stronzate. Spacco tutto…. Ho un fottutissimo bisogno di spaccare tutto…

Il dolore rende più fragili, rende più duri.

Non basta imporsi di non pensarci… Quel vuoto è lì. Come una ferita profonda che sappiamo perfettamente che non cicatrizzerà mai completamente…

Alza il volume. Per piacere. Alza il volume per favore…. E’ l’unico modo che ho per andare via.

Per urlare senza che nessuno si spaventi.

Senza che nessuno mi senta.

Alza il volume. Per piacere. Alza il volume.

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