Lav: “Il randagismo è business: ma arrivano le condanne!”

Sull’abbandono degli animali si è innestato un giro di affari stimato intorno ai 500 milioni di euro: alcuni privati hanno costruito la loro fortuna grazie a convenzioni miliardarie con amministrazioni locali compiacenti, spesso aggiudicate con gare d’appalto al ribasso d’asta, alle quali corrispondono strutture fatiscenti, veri e propri lager dove è impedito l’accesso a chiunque e da dove i cani non usciranno mai.

Le strutture pubbliche sono spesso insufficienti o a volte totalmente inesistenti; in questi casi diventa più semplice per le amministrazioni incapaci di trovare soluzioni che tengano conto del rispetto degli animali, dare in appalto esterno a privati la gestione dei canili. Il contributo economico elargito per ogni cane può variare da 2 a 7 € al giorno e gli appalti possono arrivare a raggiungere cifre altissime a volte milionario. Diventa chiaro pertanto l’interesse nel settore dimostrato da persone senza scrupoli. In modo sempre più frequente negli ultimi anni, attraverso un’opera di monitoraggio operata dalla LAV e grazie alle segnalazioni giunte alla nostra associazione, è stato possibile denunciare realtà in cui i canili sono strutture sovraffollate, inadatte, prive delle condizioni igienico-sanitarie necessarie, in cui i cani sono malnutriti, senza alcuna assistenza veterinaria, vittime di ogni sorta di maltrattamenti.

Il primo dato impressionante nei canili gestiti per lucro è quello della mortalità, che arriva fino al 60% dei cani ospitati. I casi di maltrattamento sono all’ordine del giorno: in un canile di Noha (LE) sono state folgorate le corde vocali di 190 cani per ovviare all’inquinamento acustico, senza che questo grave fatto abbia poi impedito solo pochi mesi dopo il rinnovo della convenzione. All’interno di questi canili fatiscenti i cani vengono ammassati in anguste gabbie, in manufatti edili incompleti, in recinti superaffollati e coperti solo da tettoie di lamiera. Le cucce e/o i ripari non sono quasi mai presenti, anche le ciotole per il cibo sono spesso un miraggio. Spesso non sono rispettati nemmeno i requisiti minimi per legge, ovvero i 2 metri quadri a cane. Il Decreto parla di brevi periodi di stabulazione, i randagi richiusi nei canili privati ci rimangono tutta la vita.

Sentenza della corte di cassazione: il sovraffolamento è maltrattamento di animali

“Il fatto di avere custoditi i cani in condizioni di eccessivo sovraffollamento in box particolarmente angusti integra il reato di cui all’art. 727 c.p.”. Questo è il principio affermato recentemente dalla Corte di Cassazione in una sentenza (III Sez. pen. sentenza n. 2774 del 24/1/2006 (Ud. 21/12/2005) a carico di un gestore di un canile per il reato di maltrattamento di animali. La Suprema Corte ha anche affermato che per il reato di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la propria natura, non occorre che vi siano “lesioni dell’integrità fisica, potendo la sofferenza consistere in soli patimenti”. Non solo, ma per la Cassazione, se si percepiscono soldi pubblici per la custodia degli animali, le condizioni di detenzione devono essere particolarmente accurate.

Condannato a sei anni  e sei mesi di reclusione l’imprenditore ed ex consigliere del Comune di Brindisi Giovanni Di Bella, implicato nella vicenda del "canile degli orrori" dove nel 1998 scomparvero 600 cani, per i quali il consigliere continuava a percepire le rette comunali.

La LAV, costituitasi parte civile, ha seguito per due anni il processo e ora esprime soddisfazione per la sentenza in quanto Di Bella oltre alla reclusione non potrà più contrattare con la Pubblica Amministrazione e non potrà più ottenere canili in convenzione. Condannato  a due anni di reclusione anche il fratello Teodoro Di Bella, che collaborava alla gestione del canile.

Giustizia è fatta!

Fonte:http://www.lav.it/nn-home-page-ie.htm

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4 comments

  1. e io che sono qui con i miei due randagini felini al calduccio e stracoccolati!!!
    Beati loro!!

  2. sono indignata 🙁

  3. Si….va bene…. i cani randagi ma Cribbio! Ci sono anche donne e uomini randagi, perchè non occuparsi di loro?

  4. ciao Flores…hai perfettamente ragione! In realtà ci sono molte associazioni che si occupano dei radagi a due zampe…
    Ho fatto volontariato per un periodo in una mensa in un paese vicino Bologna. Soprattutto in inverno era davvero molto frequentata…ci sono molte persone che umilmente si battono per i diritti e per la dignità dell’uomo.
    Lascio a loro questo nobile compito.
    La mia gioia rimane infinita per un bastardo messo in galera (dubito che ci finirà) per aver approfittato di cani e gatti, alle spalle dell’Italia intera!
    Un bacio!
    Devil

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