Una storia come tante, una brutta storia di crudeltà dell’uomo verso chi da sempre si considera il suo migliore amico: il cane.
Beh, questa è la storia di Mambo un cucciolo vagabondo che ha rischiato di morire avvolto dalle fiamme in una buia periferia di Espira-de-l’Agly, una piccola cittadina dei Pirenei Orientali non lontano da Perpignan.
La notte del 10 agosto, notte di San Lorenzo la stella del piccolo vagabondo ha smesso di brillare, nel momento in cui ha incontrato nel suo cammino due giovani che dopo averlo cosparso di benzina gli hanno dato fuoco.
Due giovani, si, lei una ragazza di 22 anni, lui un minorenne di appena 17 anni, hanno pensato di divertirsi un po’, come poi hanno loro stessi ammesso, e metterlo al rogo. Lei lo tiene mentre lui lo cosparge di benzina, poi le fiamme. Mambo, dimenandosi e strofinandosi per terra è riuscito a salvarsi e a fuggire lontano, riportando sul metà corpo ustioni di terzo grado.
Ferite ancora vive, di cui ancora oggi porta le conseguenze e che ha mostrato martedì in tribunale, al primo dei processi contro i suoi due aguzzini. La ragazza, maggiorenne ed accusata di aver commesso il reato atti di crudeltà e di barbarie nei confronti degli animali è già stata giudicata e condannata ad una pena di sei mesi con la condizionale ed una multa di 6 mila euro. Il suo complice, sarà invece giudicato il 17 dicembre dal tribunale dei minori.
Mambo, era presente in aula, accucciato tra i banchi, non in tribunale «per suscitare emozione» come ha spiegato il procuratore ma perché «quello era il suo posto in quanto vittima». Per la prima volta un cane viene considerato di fatto al pari di una persona ad un processo, con tanto di libero accesso all’aula in cui si svolge il processo.
Per questo, la storia di Mambo risulta essere una vera vittoria per i gruppi animalisti francesi e per i tanti cittadini, tra cui spiccano anche nomi illustri come quello di Alain Delon, del calciatore Zinedine Zidane, di Brigitte Bardot, da sempre impegnata nelle cause animaliste, che si erano battuti per sostenere la sua causa.
E forse un po’ anche lo stesso Mambo, che con la sua voglia di vivere e di dire no alla morte che altri avevano deciso per lui ha finito col diventare un simbolo contro il maltrattamento degli animali, da sempre un gesto vile, di uomini che non possono essere considerati tali.