E mi accorgo che sono arrabbiatissima con il mondo intero

Quanto è presto anche questa mattina… Sono le 5 e 13…

Sono qui a scriverti e forse so che in realtà sto scrivendo a me stessa. Mi tornano in mente quei vicoli, le tue mani, anzi l’indice della tua mano che stringevo con tutte e due le mie manine…
Eh….op!!!

E si, quanto orgorlio c’era nei tuoi occhi…

Mi ricordo i giorni passati insieme, quando arrivavamo, e tutto era pronto e perfetto per noi…

Le patatine… i luppini gialli…il gelato…

Mi ricordo quei pomeriggi assolati dove l’aria era tiepida. Tornando dal mare eri li ad aspettarmi sotto quella palma gigante e mi chiedevi sottovoce "Oggi com’era?"… il nostro piccolo segreto… 

"Bellissimo…." Eri orgoglioso anche di lui….

Penso che bellissimo, fiero e forte come te…lo fosse sul serio… in ogni sua sfumatura di blu…

Quanto mi piaceva ascoltare i tuoi racconti, di quella nave, della tua vita nel mare, dell’amore per quel mare che aveva risparmiato la tua vita… Ricordo ancora i tuoi occhi quando mi raccontavi le tue storie, ricordo le tue risate, e la serietà con cui mi prendevi in braccio per stringermi… Occhi neri che mi guardavano l’anima. Occhi neri che mi sgridavano quando mi sporgevo per raccogliere l’uva fragola… Immagino oggi quegli occhi neri quante volte si saranno trovati a cercare negli abissi di quelle sfumature di blu le risposte che la vita non ti aveva saputo dare…

Quando ero piccola ero molto mattiniera,così mi alzavo presto e andavamo a passeggio per i vicoli del paese…

Mi ricordo che aspettavo nel letto e appena ti sentivo muovere correvo nel vostro lettone… "Pronti, pronti?!?!?!"

Uscivamo all’alba x la passeggiata mattutina, facevamo la spesa. Ci fermavamo su una panchina a mangiare un dolcetto o un panino ancora caldo. Leggevamo il giornale, o forse, guardavamo solo le figure di quel giornale…. I compiti del pomeriggio… Ero piccola… Piccola davvero…

"Scriviamo il tuo nome!?" Ricordo le mille prove che mi facevi fare per quel nome… Solo da grande ho scoperto che abbiamo imparato insieme a scriverlo…. Prima il mio, e poi il tuo…

Nell’armadio, un cappello della marina… Solo io potevo metterlo. Solo io potevo giocare con quel cappello…

Lo indossavo e mi dicevi che dovevo camminare a testa alta… non capivo… Oggi penso a quello che hai vissuto, e allora forse è un po’ più nitido il tuo dolore…

L’orgoglio di non chiedere mai, la paura di sembrare debole… nella vita bisogna essere se stessi… la vera forza di una persona…E bisogna farlo senza mai nascondersi…da niente e da nessuno…perchè solo i codardi ed i vigliacchi scappano… e tu questi occhi li devi fare vedere al mondo…

Sembravi una roccia…invincibile…indistruttibile…non ti piegavi mai…e facevi tutto da solo…perchè così volevi… Niente biscotti davanti agli altri… Gli uomini non mangiano biscotti! Eppure quando eravamo insieme, li mangiavamo eccome… Io e te… Come se nel nostro piccolo spazio ci potesse essere la possibilità di essere anche un po’ fragili

Ieri ho litigato ancora con lei… mentre le parlavo, gridando la mia rabbia, la scrutavo, l’ho guardata e ho rivisto quegli occhi neri… Mi sono fermata. Bloccata davantui ai tuoi occhi..ai suoi… A te, a lei… Ti assomiglia nello sguardo, nelle espressioni… Nella sua fragilità ritrovo quella che tu hai cercato di nascondere agli altri per una vita… Ma che a me mostravi in ogni biscotto, in ogni letterina scritta e in ogni riga non letta…

Mi accorgo che sono arrabbiatissima…

Con tutto il mondo… con me stessa…   

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