Il Passato

E’ una curiosa creatura il passato
Ed a guardarlo in viso
Si può approdare all’estasi
O alla disperazione.

Se qualcuno l’incontra disarmato,
Presto, gli grido, fuggi!
Quelle sue munizioni arrugginite
Possono ancora uccidere!

Emily Dickinson

[tags]Emily Dickinson, Tempo, Vita, Viso[/tags]

8 comments

  1. Alle volte riuscite anche ad essere inquietanti voi altri!!!

  2. Un’arma a doppio taglio il passato… Se lo si è compreso e superato è utile, altrimenti si rischia grosso…

  3. il passato io faccio in qiesto momento fatica a dimenticarlo…e voltare pagina….!!!!

  4. Mi spaventa di più il futuro che il passato!

  5. Eppure veniamo dal passato…siamo fatti di storia. Ogni mattoncino di ieri è la base del muro di domani!
    Ciao a tutti!!!
    Devil

  6. Per vivere il futuro è necessario non voltarsi troppo…

  7. Il tempo non passa e non se ne va, è solo la materia che inquieta si agita e si trasforma, ma il tempo non esiste!
    Carl William Brown

  8. Guido Gozzano
    La via del rifugio
    I colloqui

    …reduce dall’Amore e dalla Morte
    gli hanno mentito le due cose belle…

    I.

    Venticinqu’anni!… sono vecchio, sono
    vecchio! Passò la giovinezza prima,
    il dono mi lasciò dell’abbandono!

    Un libro di passato, ov’io reprima
    il mio singhiozzo e il pallido vestigio
    riconosca di lei, tra rima e rima.

    Venticinqu’anni! Medito il prodigio
    biblico… guardo il sole che declina
    già lentamente sul mio cielo grigio.

    Venticinqu’anni… ed ecco la trentina
    inquietante, torbida d’istinti
    moribondi… ecco poi la quarantina

    spaventosa, l’età cupa dei vinti,
    poi la vecchiezza, l’orrida vecchiezza
    dai denti finti e dai capelli tinti.

    O non assai goduta giovinezza,
    oggi ti vedo quale fosti, vedo
    il tuo sorriso, amante che s’apprezza

    solo nell’ora trista del congedo!
    Venticinqu’anni!… Come più m’avanzo
    all’altra meta, gioventù, m’avvedo

    che fosti bella come un bel romanzo!

    II.

    Ma un bel romanzo che non fu vissuto
    da me, ch’io vidi vivere da quello
    che mi seguì, dal mio fratello muto.

    Io piansi e risi per quel mio fratello
    che pianse e rise, e fu come lo spetro
    ideale di me, giovine e bello.

    A ciascun passo mi rivolsi indietro,
    curioso di lui, con occhi fissi
    spiando il suo pensiero, or gaio or tetro.

    Egli pensò le cose ch’io ridissi,
    confortò la mia pena in sé romita,
    e visse quella vita che non vissi.

    Egli ama e vive la sua dolce vita;
    non io che, solo nei miei sogni d’arte,
    narrai la bella favola compita.

    Non vissi. Muto sulle mute carte
    ritrassi lui, meravigliando spesso.
    Non vivo. Solo, gelido, in disparte,

    sorrido e guardo vivere me stesso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *