Sabato mattina a lavoro…

Raccontiamo le nostre storie in modi diversi e spesso all’inizio alle orecchie del nostro ascoltatore sembrano sempre le stesse cose…  Sembra che siano prive di trama. Vero, spesso l’emozione è disturbata, anche quando c’è sofferenza.

Uno stare male che spesso è privo di pathos. C’è un’abitudine ripetitiva, una coazione a soffrire, e le componenti manipolative hanno il sopravvento su altre emozioni più naturali, magari allontanate dalla coscienza perché proibite.

Nei racconti che arrivano i personaggi non hanno spessore e tutto manca di vitalità perché i fatti, le emozioni e i pensieri significativi sono tenuti nascosti. A volte sembra che le persone abbiano paura di mostrarsi, innanzi tutto a loro stesse.

A volte sembra che le persone riescano ad essere più vitali, a saper trasmette emozioni quando iniziano ad elaborare un nuovo racconto di loro, una storia che partendo da quella originaria si va riempiendo di contenuti e di vicende rimaste celate tra i ricordi.

La nuova storia assume significato e soprattutto preannuncia e porta ad un finale diverso.

Come si fa con un film in bianco e nero che viene restaurato, finalmente si mette colore.

Si riemppiono i vuoti, i racconti assumono consistenza, prendono forma di vicende reali e cambiando la visione del mondo lo stesso passato assume nuovi significati.

La magia è tutta qui…

Bellissima mattina di lavoro!

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