Apro il giornale. Anche oggi la notizia che riecheggia su tutte le testate è quella delle scommesse truccate di calcio. Ed ecco cosa si legge su La stampa.it:
"In campo giocavano per finta. «Impossibile quantificare il giro di scommesse illecite. Stiamo parlando di migliaia di giocatori. Quello che emerge è il quadro di un campionato intossicato» La serie A, la serie B e pure la Lega Pro.
Le partite sotto inchiesta sono 18, quelle sospette 15. Sei i calciatori arrestati. Sette quelli indagati. 44 le persone coinvolte. Agli arresti domiciliari finisce Beppe Signori, ex attaccante della Nazionale, di Lazio e Bologna. Il giudice Salvini lo dipinge come uno dei dominus della vicenda: «Il suo nome non doveva essere nemmeno pronunciato. Di lui dicevano che era quello che “aveva segnato 200 goal in serie A”, o lo chiamavano “Beppe nazionale”». Signori è accusato di aver giocato 150 mila euro sulla partita Inter-Lecce e di averli persi. Signori finisce in Questura a Bologna e davanti ai giornalisti allarga le braccia in segno di resa: «Abbiate pietà…». Dirà in serata uno dei suoi legali: «Signori è totalmente estraneo, ha solo la sfortuna di conoscere due delle persone coinvolte nella vicenda, i commercialisti bolognesi arrestati».
Tra gli scommettitori per quella partita finisce nel registro degli indagati pure Stefano Bettarini, l’ex marito di Simona Ventura e oggi commentatore a «Quelli che il calcio». L’accusa anche per lui – ma a piede libero – è quella di associazione a delinquere ed estorsione. Non sarebbe nemmeno la prima volta che si parla di lui per affari di partite truccate. Nelle intercettazioni lo chiamano «il bello». E lui, bello bello, adesso fa quello che sa meno di niente: «Io non c’entro nulla». C’entrano secondo il giudice e finiscono in carcere l’ex capitano del Bari Antonio Bellavista, Marco Paoloni che giocava con gli ansiolitici sulla pelle dei suoi compagni della Cremonese. Ai domiciliari vanno Mauro Bressan passato dal Milan al Chiasso, il difensore dell’Ascoli Vittorio Micolucci e Vincenzo Sommese, Gianluca Tuccella del Cus Chieti e il direttore sportivo del Ravenna Giorgio Buffone. Tra i denunciati a piede libero c’è pure il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni accusato di aver contribuito alla combine di Atalanta-Piacenza del 19 marzo scorso. Partita su cui il solito «Beppe nazionale» puntò 60 mila euro.
«I giocatori scommettono sulle stesse partite che truccano. La frequenza delle manipolazioni è impressionante. Vengono gestite anche cinque partite per volta», spiega nella sua ordinanza il giudice Guido Salvini. Uno dei centri delle scommesse è Bologna. Attivissimi sono gli «zingari». Di nome e di fatto visto che a guidarli è Almir Gecic, slavo di nazionalità, in forza al Chiasso, che a Bologna calava nello studio di due commercialisti – arrestati pure loro – dove venivano pianificate le giocate e decise le somme per comperare i giocatori. Perché ogni giocatore corrotto aveva la sua bella tariffa. Così come ogni partita aveva il suo prezzo. Anche 400 mila euro per la serie A, che scendeva fino a 50-60 mila euro per gli incontri nelle divisioni minori. "
Mi fa sorridere l’idea… Bologna, le scommesse…e quei calciatori che ogni tanto mi sono trovata a gardare dallo specchietto della mia macchina… Loro dietro di me, ed io ad osservarli nella loro magnifica vita, con i loro macchinoni enormi e cromati…i loro schifosissimi soldi…
Io oggi sono qui…
Lavoro, studio… vado avanti, credo che sia questo il modo in cui si può vivere davvero, o almeno… Davvero in modo semplice…
A buon intenditore…