C’è un brano dell’Hagakure che mi colpisce ogni volta che lo rileggo:
Un anziano maestro di arti marziali insegnava: “Nell’arte della scherma ci sono diversi gradi. Nel primo grado, essendo ancora agli inizi, uno pensa che sia lui, sia gli altri, non siano ancora bravi. A questo livello non si è ancora abili. Arrivato a metà strada uno non è ancora del tutto abile, ma può capire i suoi difetti e quelli degli altri. Salito ad un grado più alto, si sente orgoglioso di aver raggiunto lo scopo, si rallegra di essere complimentato e si lamenta per i difetti degli altri. Costui è diventato una persona veramente abile. Ma asceso ancora più in alto, capisce di non essere bravo per niente, nonostante gli altri lo considerino veramente capace. In genere, buona parte degli uomini appartiene a questi quattro gradi.
Ma c’è ancora un grado, indescrivibile, che sta al di sopra di tutti. Entrando sempre più profondamente nella Via si comincia a comprendere di trovarsi in un mondo infinito e che non si può mai dire di essere arrivati. Allora si capiscono bene i propri limiti e non si pensa più do essere perfetti nella vita. Senza orgoglio e senza scoraggiamento si avanza nella Via”.
Il maestro Yagyu disse una volta: “Non ho imparato la Via per vincere gli altri, ma per vincere me stesso”. Questo vuol dire che noi, oggi, dobbiamo cercare di essere migliori di ieri e, domani, migliori di oggi. Giorno per giorno, per tutta la vita, bisogna camminare in un mondo senza confini.