Dipendenza da Internet

Leggo sul corriere.it che al Policlinico Gemelli di Roma ci sono oltre 300 le persone assistite dal 2009 per una nuova forma di dipendenza: quella verso Internet, una patologia che presenta gli stessi sintomi e gli stessi disturbi di quella che coinvolge droghe ben più pesanti e tangibili. Come commentato dalla psicoterapeuta Lisa Allegretti al Corriere, i pazienti non sono meno gravi di quelli dipendenti da eroina, nonostante si abbia la convinzione che la dipendenza dal web sia meno dannosa.

Le testimonianze dei pazienti sono emblematiche. Oserei dire drammatiche e sottolineano uno spaccato di società che ci dovrebbe fare riflettere.

Il web offre un panorama di attrazioni variegato e facile, è un circo di intrattenimento e di servizi dalle sconfinate potenzialità e dunque per i soggetti facilmente catturabili rischia di cadere in un buco nero fatto di giochi d’azzardo, contenuti per adulti, chat senza controllo e social netowork senza limiti.

Un’attività a tempo pieno che fagocita la giornata e annulla il mondo reale, che poi reale non è da molto, dato che ormai il reality è assimilabile a Grande fratello e famiglia.

Ci sono casi di pazienti connessi 18 ore al giorno tra gli oltre 300 assistiti seguiti dal reparto al Policlinico Gemelli di Roma.

Così come con le slot-machine, ad esempio, l’iniziale approccio emotivo e emozionale finisce a lungo andare con un gesto ripetitivo e dall’assenza dell’utente, che, come in trappola, non riesce più a staccarsi dalla sicurezza della noia e dalla routine dell’assuefazione, in gabbia.

“Un vuoto di sentimenti” cita uno dei pazienti che racconta di come il computer prenda così tanto tempo libero da annullare lavoro, scuola e rapporti personali.

Non resta che una riflessione a noi e alla nostra società… Ma va bene così…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *