Grafiti… graffi nell’anima

Ne parlavo l’altra sera… Avevo 13 o 14 anni… Mi è tornato in mente un mondo… Mi è tornato in mente il mio modo di essere…

Quante volte mi ritrovavo ad odiare i condizionamenti, miei e degli altri. Non potevo accettare che il mondo venisse criticato e guardato solo con gli occhi miopi di chi non voleva vederlo, accettarlo, considerarlo reale.

Faceva paura. Terrorizzava. Lo so, a volte spavetava anche me… Ma mi incuriosiva… Volevo capire… Volevo che si fidasse di me, ed io dovevo fidarmi di lui…

Mi sentivo un’ombra… Un’ombra dissolta sotto la luce del parere degli altri, una luce che cercava di sbiadirmi, distorcendomi i contorni così per come li conoscevo io.

Lo sapevo bene che nel mio buio esistevo, e che nella mia luce avevo una consistenza… Ma a molti, mancava il coraggio per penetrare quella oscurità. Che si poteva trovare? che si poteva incontrare? Forse la fragilità di ciascuno di noi… Di quella non ho mai avuto paura…

Eppure l’altra notte pensando a quei frammenti nelle pagine del tempo trascorso, mi ha stupito come erano stati capaci di sfuggire dalla tela della memoria

Per fortuna però che ciò che la memoria dimentica, il cuore ricorda, come se battesse attimi dimenticati, profumi dispersi, suoni inudibili. Il cuore ricorda ciò che alla memoria sfugge.

Quei grafiti mi hanno graffiato l’anima…

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