Le donne Maisin Papua Nuova Guinea nord orientale sono tra le poche a praticare, su altre donne, il tatuaggio facciale. Dopo il contatto con la civiltà moderna, il tatuaggio, che da secoli era parte di un rito iniziatici tribale con lo scopo di "comunicare" il passaggio dall’infanzia alla pubertà delle ragazze, è diventato in seguito espressione di un altro "messaggio" sociale. Oggi le donne Maisin si tatuano per "orgoglio etnico", per sottolineare l’appartenenza alla propria tribù, per mantenere viva la loro origine in un momento in cui le diverse etnie tendono a fondersi e a perdere ogni identità culturale.
Ogni anno, un paio di mesi prima di una grande festa a cui partecipa tutta la comunità, le ragazze che entrano nella pubertà vengono portate dai genitori a casa della tattuatrice, dove rimangono finché il lavoro non è terminato. I tatuaggi sono tutti diversi l’uno dall’altro: le linee tracciate dall’anziana maestra, seguono i tratti somatici ed espressivi di ogni ragazza per sottolinearli ed abbellirli: le donne tatuate in fatti sono considerate molto belle ed affascinanti. Dopo aver rasato le sopracciglia e i capelli sulla fronte, con un rametto intinto nel colore viene tracciato il disegno quindi, dopo aver chiamato la madre per avere da sua approvazione, ha inizio l’incisione definitiva dell’opera.