I tatuaggi nel nord Africa più che un valore estetico hanno lo scopo di prevenire e guarire le malattie o i malefici che sono considerati i principali responsabili delle malattie stessi.
Uomini e donne si tatuano la mano di Fatima (la figlia minore di Maometto, che offre a chi la porta al sua protezione) sul viso, sul collo o su un braccio; una stella a cinque punte spaventa gli spiriti malvagi se viene disegnata con un unico tratto; le donne berbere si tatuano una croce sul calcagno per essere protette da inseguitori malintenzionati e un uccello stilizzato sulla tempia che protegge dal male. Alcune zone particolarmente delicate del corpo come occhi, naso e parti intime vengono "protette" da piccole linee sottili, puntini e croci.
In Egitto il tatuaggio di un pesce o di una palma -simbolo della vita- su un palmo della mano garantisce fecondità. Il tatuaggio di un serpente invece protegge dalle ire del dio Sole. Spesso vengono fatti più tatuaggi per proteggersi dai diversi mali e pericoli.
Soprattutto presso i Berberi, viene usato come vera e propria terapia: con il tatuaggio curano tutti i tipi di rigonfiamento della cute. Per il mal di testa vengono fatti dei piccoli segni geometrici sulle tempie e sulla fronte. Di solito sono disegni semplici: un cerchio, un rettangolo e una croce. Il cerchio o il rettangolo circoscrivono l’area malata in modo che essa non si diffonda nella zone circostanti e la croce con la separazione di una linea mediante un’altra dovrebbe guarire il male. Spesso queste figure vengono combinate per ottenere più effetti terapeutici e per risultare più decorative.